CrowdFunding: che cos’è e come funziona

Al giorno d’oggi, è sulla bocca di tutti: il CrowdFunding è la nuova frontiera per il business, in molti campi. Anche l’Hair & Beauty si incontra con questo modello, potendo approfittare delle grandi potenzialità. Su BrandBuster vi abbiamo già parlato del caso ClickWash; adesso serve chiarezza su come funziona questo tipo di investimenti, partendo dalla storia fino ad arrivare nel pratico, capendo come muoversi e quali piattaforme utilizzare.

CROWDFUNDING

Il crowdfunding (termine della lingua inglese, da crowd, “folla” e funding “finanziamento”). In italiano finanziamento collettivo, è un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni. È una pratica di micro-finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. Il termine Crowdfunding trae la propria origine Crowdsourcing o sviluppo collettivo di un prodotto, Il finanziamento collettivo si può riferire a iniziative di qualsiasi genere, dall’aiuto in occasione di tragedie umanitarie al sostegno all’arte e ai beni culturali, al giornalismo partecipativo, fino all’imprenditoria innovativa e alla ricerca scientifica. Il finanziamento collettivo è spesso utilizzato per promuovere l’innovazione e il cambiamento sociale, abbattendo le barriere tradizionali del investimento finanziario. Negli ultimi anni sempre più spesso è stato invocato come una sorta di panacea per tutti i mali e un’ancora di salvezza per le economie colpite dalla crisi finanziaria. 

ESEMPI STORICI

Molti ritengono che il crowdfunding moderno sia una rielaborazione di pratiche storiche risalenti al Settecento e all’Ottocento. Tra la fine del Settecento e la metà del Settecento e la prima metà dell’Ottocento lo scrittore irlandese Jonathan Swift ispirò gli Irish Loan Fund, degli istituti collettivi di microcredito che combattevano la povertà del popolo irlandese. Alla fine dell’Ottocento la rivista The World, di proprietà di Joseph Pulitzer, lanciò una raccolta fondi dal basso per finanziare il piedistallo e l’installazione della Statua della Libertà, dopo che il Comitato preposto era riuscito a raccogliere solo 150 000 dei 300 000 dollari necessari. Nella storia delle comunità ebraiche era presente, già ai tempi della diaspora dopo la distruzione del Tempio da parte del Romani, una forma di finanziamento collettivo. Gli ebrei ricchi donavano alla comunità per il mantenimento degli studiosi per il sostentamento delle famiglie più povere. Nel 1600, era attraverso la raccolta capillare di fondi, cui partecipavano tutte le comunità coinvolte, che si finanziavano i monarchi europei. Gli stessi Rothschild hanno, all’origine delle loro fortune, adottato questo sistema di raccolta di denaro. 

TIPI DI FINANZIAMENTO

Finanziamento collettivo per ricompensa

Questo tipo di finanziamento collettivo (in reward-based crowd-funding) è il più diffuso per numero di piattaforme e prevede per l’investitore una ricompensa commisurata con il contributo. Solitamente la piattaforma dà due o più scelte di contributo ordinate per entità e con ognuna associata la sua ricompensa. A seconda che l’obiettivo di finanziamento sia stato raggiunto o meno, le piattaforme di questo tipo seguono uno dei due seguenti schemi: Keep-it-all (tieni tutto) oppure All-or-nothing (tutto o niente).

Finanziamento collettivo per donazione

Nel finanziamento collettivo per donazione (in inglese donation-based crowd-funding), i sostenitori finanziano il progetto senza aspettarsi un beneficio tangibile dalla donazione. Sono spinti cioè dalla dedizione-attaccamento alla “causa” e dall’emotività che la campagna è riuscita a suscitare. Per questo motivo, il modello a donazioni è particolarmente sinergico con le organizzazioni non a scopo di lucro o con quelle impegnate nel sociale.

Finanziamento collettivo civico

Il finanziamento collettivo civico è uno dei tipi di raccolta fondi dal basso che sta riscuotendo maggior successo. Un numero crescente di soggetti istituzionali come comuni, enti provinciali, municipalità ecc. se ne sta servendo per finanziare opere pubbliche e attività di restauro del tessuto urbano. Il finanziamento civico propugna il superamento della separazione concettuale tra le sfere del privato, del pubblico e dell’impresa in vista di un bene e di un benessere comune. “Un’economia civile sta emergendo, un tipo di economia fondamentalmente aperta e sociale. Si tratta di un’economia che sta fondendo la cultura del web 2.0 con la finalità civica. Nella nostra definizione la civic economy comprende persone, iniziative e comportamenti che fondono modi innovativi di fare dalle sfere tradizionalmente distinte della società civile, del mercato e dello Stato. Fondata su valori e obiettivi sociali, e utilizzando approcci di collaborazione profonda per lo sviluppo, la produzione, la condivisione della conoscenza e il finanziamento, la civic economy (economia civica) genera beni, servizi e infrastrutture comuni in modi che né lo Stato né l’economia di mercato da soli sono stati in grado di realizzare.” Grazie al finanziamento civico alcune metropoli hanno realizzato importanti progetti. Tra queste ci sono la campagna pubblica per la costruzione di un ponte pedonale a Rotterdam nel 2011, quella per la conversione di un magazzino sotterraneo in parco pubblico a New York e quella lanciata dal sindaco di Filadelfia nel 2013 per acquistare materiale scolastico. In Italia un primo interessante esempio di finanziamento civico è quello lanciato dal Comune di Bologna per il restauro del Portico di San Luca, uno dei monumenti simbolo del capoluogo emiliano.

Finanziamento sotto forma di capitale di rischio

Il finanziamento sotto forma di capitale di rischio, anche detto equity crowdfunding è una modalità di finanziamento che consente a società non quotate di raccogliere risorse finanziarie dal pubblico a fronte di quote azionarie. Secondo la definizione adottata da Consob: “Si parla di equity-based crowdfunding quando tramite l’investimento on-line si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società: in tal caso, la “ricompensa” per il finanziamento è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione nell’impresa”. Tipicamente la presentazione delle richieste di finanziamento è effettuata attraverso piattaforme web che promuovono le iniziative presso i propri utenti e consentono loro di investire importi anche minimi. L’attività delle piattaforme, proprio perché rivolta ad un pubblico di potenziali investitori non necessariamente qualificati, assume i contorni della sollecitazione del pubblico risparmio e dunque si presta ad essere regolamentata nell’ambito MiFID. In alcuni paesi l’organo di vigilanza finanziaria regolamenta la materia caso per caso, come accade per esempio in Regno Unito. In Italia, Consob ha emanato un apposito regolamento nel giugno 2013 che consente a chi ne abbia i requisiti e previa autorizzazione dello stesso organo di vigilanza, di gestire piattaforme di finanziamento sotto forma di capitale di rischio. Queste piattaforme possono pubblicare le offerte di sottoscrizione dell’investimento, a condizione che gli offerenti rientrino nelle seguenti categorie: start-up innovative, PMI innovative, OICR e società che investono prevalentemente in startup o PMI innovative.

Finanziamento collettivo per prestito

Il modello per prestito, definito anche lending crowdfunding è un modello di finanziamento collettivo attraverso il quale persone fisiche e giuridiche possono decidere di prestarsi fondi reciprocamente, a un tasso di interesse più o meno alto, al fine di realizzare un progetto. In questo caso è definito anche peer to peer lending (P2P). Esiste anche una forma di finanziamento collettivo per prestito, definita invoice trading, in cui il prestito è garantito da fatture emesse da chi richiede i fondi. Questo settore risulta più maturo rispetto ad altri tipi di finanziamento collettivo e in forte crescita. 

Modelli ibridi di finanziamento collettivo

I modelli ibridi prevedono una commistione tra più modelli, esistono ad esempio modelli ibridi di ricompensa e donazione che costituiscono il cosiddetto modello chiamato per ricompensa/donazione. I modelli ibridi di finanziamento collettivo hanno il pregio di lasciare maggiore libertà ai sostenitori e la possibilità di intercettare il maggior numero di donatori al progettista. Difatti possono verificarsi casi in cui un sostenitore sia molto coinvolto emotivamente da un progetto, al punto da non essere interessato a una ricompensa concreta, ma solamente alla finalità del progetto; in questi casi il progettista solitamente decide di sostenere il progetto tramite una donazione tout court di importo più o meno consistente senza la richiesta di una ricompensa. All’interno dei modelli per ricompensa e per donazione, ogni piattaforma decide poi se adottare uno schema keep-it-all (tieni tutto) oppure all-or-nothing (tutto o niente). All-or-nothing: prevede che solo al raggiungimento dell’obiettivo di raccolta che si è prefissato il progettista, i fondi donati vengano trasferiti al progettista e la relativa percentuale (success fee) venga corrisposta alla piattaforma. Keep-it-all: prevede l’effettivo incasso di quanto raccolto dal progettista anche qualora l’obiettivo economico prefissatosi non venga raggiunto; in questo caso la percentuale corrisposta alla piattaforma è maggiore rispetto al caso all-or-nothing.

Crowdfundme

Mamacrowd

Opstart

200Crowd

WeAreStartingKickstarter

Indiegogo

Eppela

Ulule

(In questi testi verrà citato il termine “Equity crowfunding” Il suo significato è :”Una forma di crowdfunding operata attraverso piattaforme online in cui, a fronte di un investimento anche di modesta entità, l’azienda oggetto della campagna di raccolta dei capitali riconosce all’investitore un titolo di partecipazione della società stessa.)

Leggi anche – CrowdFunding: il modello ClickWash e il suo Business

CROWFUNDME

Tra i siti di crowdfunding italiani, spicca CrowdFundMe. È il primo portale di equity crowdfunding in Italia a essere quotato in borsa. Come abbiamo visto, con l’equity crowdfunding, in cambio di un finanziamento, il sostenitore riceve azioni dell’azienda che ha aiutato. Ad oggi, il sito ha raccolto oltre 55 milioni di euro di investimenti distribuiti tra più di 120 progetti di crowdfunding. Questa piattaforma è pensata per imprenditori che vogliono raccogliere fondi per avviare un nuovo progetto o una nuova attività. CrowdFundMe li aiuta nella stesura del business plan, fondamentale per ricevere questo tipo di finanziamenti, e nella gestione della campagna per ottenere i fondi necessari al loro progetto. Gli imprenditori interessati a raccogliere fondi con CrowdFundMe per prima cosa devono inviare il loro progetto alla piattaforma, dove verrà analizzato da esperti del settore che decideranno se è idoneo a una campagna di equity crowdfunding. A questo punto CrowdFundiMe elaborerà un business plan adatto e sottoporrà la proposta ad alcuni potenziali investitori. Se approvato, il progetto viene pubblicato e offerto al pubblico per 60 giorni.

MAMACROWD

Mamacrowd è la principale piattaforma di equity crowdfunding italiana, con 85 milioni di euro raccolti e 126 campagne di successo. Per candidare il proprio progetto è necessario compilare un questionario, che verrà poi valutato dal loro team interno. Uno dei requisiti per poter accedere alla campagna di equity crowdfunding è quella di essere iscritti alla sezione speciale del Registro Imprese. Se l’esito della valutazione è positivo, l’azienda candidata dovrà inviare il materiale richiesto a Mamacrowd (investor kit e Media kit) per la valutazione. Una volta approvato, il progetto viene pubblicato sul portale e viene dato il via alla raccolta fondi. Gli investitori si fidano e sono più inclini a utilizzare i loro soldi per finanziare progetti che sono stati sottoposti ad una valutazione attenta. Inoltre, la piattaforma permette all’investitore di calcolare prima la sua potenziale quota in base all’offerta che intende fare.

OPSTART

OpStart è una piattaforma di equity crowdfunding tutta italiana, classificatosi prima tra i portali italiani di crowdfunding per capitali raccolti nel 2020. Tutte le PMI e le startup innovative che intendono finanziarsi su OpStart dovranno superare un rigoroso processo di selezione che consente alla piattaforma di individuare le realtà ad alto potenziale e vagliare l’effettiva capacità di generare utili per remunerare gli investitori.

200CROWD

200Crowd è un altro valido portale italiano di equity crowdfunding. Può contare su oltre 20 milioni di euro di capitale raccolto, più di 50 campagne completate e una community di 20 mila utenti pronti ad investire. Come altre piattaforme di crowdfunding, anche 200Crowd prevede un processo di selezione per scegliere quali progetti di crowdfunding pubblicare. La piattaforma richiede un investimento minimo di 500 euro per ogni campagna.

WEARESTARTING

WeAreStarting è una piattaforma di equity crowdfunding italiana che si rivolge alle PMI e startup innovative. Anche questa piattaforma prevede un processo di selezione piuttosto rigoroso, mentre l’importo medio investito dai finanziatori è di circa 4 mila euro per ogni progetto.

KICKSTARTER

Kickstarter è praticamente sinonimo di “crowdfunding”, perché è una delle piattaforme più popolari per dare supporto a idee innovative. Dal suo lancio nel 2009, la community di Kickstarter ha finanziato con successo oltre 204.000 progetti, tra cui prodotti fisici, film, giochi e altro, pe run ttoale di 5,9 miliardi di dollari raccolti. KIckstarter è una piattaforma di crowdfunding reward-based. Ai finanziatori vengono offerti incentivi per sostenere il progetto, dalle t-shirt agli shoutout fino a esclusivi sconti preordine. Si possono offrire diversi livelli di ricompensa: più è alto l’investimento, maggiore è la ricompensa. Le campagne Kickstarter sono un affare tutto o niente. Il che significa che avrete accesso ai vostri fondi (e pagherete le commissioni di Kickstarter, pari al 5% se si raggiunge il proprio obiettivo, escluse le commissioni di pagamento) solo se avrete raggiunto l’Obiettivo iniziale di raccolta fondi. Se mancate l’obiettivo, tutti i soldi rimangono ai finanziatori. Il risultato è che i progetti su Kickstarter tendono ad essere di alta qualità e originali, spesso abbastanza creativi o innovativi da attirare l’attenzione degli utenti e della stampa. I finanziatori in genere considerano questi progetti più affidabili, dal momento che pagano solo se la campagna ha successo.

Se volete un esempio di brand che ha raccolto i propri fondi per iniziare su Kickstarter, potete leggere questa a Léo et Violette. Se siete interessati a passare dalla campagna Kickstarter a un negozio Shopify, consultate la nostra guida. 

INDIEGOGO

Indiegogo è una solida plattaforma di crowdfunding che supporta aziende, artisti e organizzazioni non profit. A prima vista è simile a Kickstarter, ma ha caratteristiche e opzioni di campagna uniche. La differenza più importante è la possibilità di scegliere un obiettivo di finanziamento fisso (tutto o niente come Kickstarter) o un obiettivo di finanziamento flessibile per la vostra campagna. Con obiettivi di finanziamento flessibili, ricevete i vostri fondi indipendentemente dal fatto che abbiate raggiunto l’obiettivo entro la scadenza. L’opzione di finanziamento flessibile è particolarmente utile se potete mantenere le promesse fatte agli investitori anche se non raggiungete il capitale sufficiente. Un esempio di questa condizione è il lancio di una nuova linea di prodotti per un’attività consolidata. Inoltre, Indiegogo InDemand consente di continuare a raccogliere fondi anche dopo la fine della campagna di crowdfunding, cioè in fase di produzione o di evasione degli ordini.

EPPELA

Eppela è una piattaforma di crowdfunding reward-based tutta italiana. La sua mission è quella di permettere a chiunque di provare ad avviare una startup, mettendo in contatto i creativi con i loro potenziali sostenitori, che riceveranno sconti e offerte esclusive sui preordini. Su Eppela è possibile cercare gratuitamente finanziamenti per diversi progetti in moltissimi campi: ambiente, arte, food, tecnologia e molto altro. Chiunque può proporre il proprio progetto in maniera gratuita, con il supporto di un advisor e di un kit per creare la giusta campagna e ampliare la propria rete. Alcuni grandi brand e istituzioni hanno deciso di co-finanziare i progetti più innovativi su Eppela, donando fino al 50% del budget prefissato. Questo è un ottimo incentivo per le attività, anche perché la partecipazione di un brand noto al finanziamento del proprio progetto porta a una grande visibilità mediatica. 

ULULE

Ulule è una delle principali piattaforme di crowdfunding europee. Fondato nel 2010, questo sito di crowdfunding ha finanziato con successo oltre 37 mila progetti grazie alla sua community di 3,8 milioni di contributori. Questa piattaforma di crowdfunding ha inoltre contribuito a lanciare un negozio italiano di Shopify impegnato nella moda circolare.

Crowdfunding: Cosa prevede il regolamento europeo

A livello europeo, l’Italia è uno dei pochi paesi ad aver creato leggi ad hoc per il crowdfunding, in particolar modo per la modalità equity-based. In particolare, solo 10 paesi su 28 hanno leggi apposite per questa tematica: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna. Il primo documento legislativo di riferimento in Italia è il cosiddetto Decreto Crescita 2.0 (D.L. n.179 del 18 ottobre 2012) aggiornato poi successivamente dal D.L. n3 del 24 gennaio 2015 (Decreto Investment Impact). Con l’introduzione del regolamento Consob del 2017, si estende la possibilità di accedere all’equity crowdfunding a tutte le PMI italiane. A livello europeo, una grande scossa è stata data dal Regolamento Ue n. 2020/1503 del 7 ottobre 2020 noto anche come “Regulation on European CrowdfunungService Providers for Business”, “European Crowdfunding Service Provider Regulation” e “regolamento ECSP”. Con questa nuova normativa, si apre il mercato del crowdfunding a livello comunitario. In aitre parole, si consente al fornitori di servizi di crowdfunding (European Crowdfunding Service Providers) di operare a livello europeo e non solo nazionale com’è stato fino al novembre 2021 (momento di entrata in Vigore del regolamento). In pratica, si tratta di un regolamento volto ad armonizzare quelli che sono i provvedimenti locali e ad aumentare la raccolta di capitali sul vari mercati. Gli ECSP devono ottenere l’autorizzazione da enti designati dal vari stati membri per poter erogare il servizio, L’iscrizione a una lista nazionale da accesso al passaporto europeo che consente di operare in tutti i territori dell’UE. Da novembre 2021 è partito un periodo di transizione e adeguamento al nuovo regolamento che durerà fino a novembre 2022, momento in cui gli Stati membri dovranno essere a norma. Dal nuovo regolamento sono escluse le transazioni tra privati (quindi peer to peer) le quali continueranno a seguire le normative nazionali. 

Lo stato del crowdfunding in Italia: statistiche e numeri

Spesso si guarda al crowdfunding come una pratica che funziona bene a l’estero e che in italia è ancora agli albori. Ecco allora alcuni dati raccolti dall’Osservatorio Crowdlunding del Politecnicodi Milanosullo stato del Crowdfunding in Italia. Rewarding Donation crowdfunding in Italia Secondo quanto riportato da la ricerca di Starteod, la raccolta di fondi nata da iniziative di donation e reward crowdfunding ha raggiunto il massimo storico per l’italia nel 2020 arrivando a toccare i 31 milioni di euro. 

Il valore del crowdfunding in Italia

In Italia sono stati racimolati 778.813.773 € grazie a campagne di raccolta fondi (dato al 2020). Di questi, 339.083,437 € sono stati raccolti solo nel 2020 (circa il 50% del totale), un dato dovuto in gran parte alla situazione di precarietà della pandemia

Totale por tipologia

Donation & Roward crowdfunding

  • Fino al 2020 101.882560 €
  • Solo nel 2020 31.062.089 €

Equity crowdfunding

  • Fino al 2020 251.052.022 €
  • Solo nel 2020 122.468.132 €

Lending Crowdfunding

  • Fino al 2020 425.879.191 €
  • Solo nel 2020 185.553 216 €

Crowdfunding immobiliare

Una parentesi particolare va dedicata al crowdfunding immobiliare, Si tratta semplicemente di raccolte fondi per l’acquisto di un immobile (come una casa) che viene fatto senza attivare un mutuo bensì affidandosi a donazioni. Esistono dei portali specializzati nel crowdfunding immobiliare tra cui Concrete investing, Trusters e Housers. Stando a quanto riportato dall’Osservatorio Entrepreneurship Finance & Economy del Politecnico di Milano, Il crowdfunding immobiliare ha raggiunto un valore pari a 85,3 milioni di Euro nel 2021 (di cui € 34,3 milioni solo dai portali specializzat) e 157,6 min di Euro in totale.

Portali autorizzati per equity crowdfunding. In Italia, nel 2022, ci sono 52 portali autorizzati da Consob per l’equity crowdfunding.

TUTTA LA LISTA DEI CROWFUNDING LA SI TROVA SUL CONSOB

https://www.consob.it/web/area-pubblica/registro-crowdfunding-sezione-ordinaria

COSTI CROWFUNDING

Il primo costo è quello relativo alle commissioni sul capitale raccolto che, in genere, oscillano tra il 4% ed il 10%; in altri casi, invece, è possibile che le commissioni coincidano con una quota fissa (solitamente bassa). Non mancano però realtà, soprattutto all’estero, in cui non si richiede alcuna di fattibilità e/o affidabilità dei progetti, o dall’altro all’eventuale pagamento di premi assicurativi, volti alla tutela dei portali di crowdfunding o del sostenitori del progetti. Una terza tipologia di costi è legata all’eventuale esistenza di interessi da pagare. Una campagna di crowdfunding può richiedere molto tempo per essere pianificata e, oltre a questo, spesso bisogna produrre una documentazione per spiegare il progetto ai potenziali investitori (come un pitch, una descrizione per immagini o tramite video e/o un business plan). Se questo non bastasse è altresì fondamentale mantenere sempre elevato il coinvolgimento e l’informazione del(potenziali) investitori/finanziatori, il che richiede ovviamente tempo e denaro, Inoltre sono da includere in questa voce anche tutti i costi legati alla promozione ed al marketing.

COME FARE UNA CAMPAGNIA DI CROWFUNDING

Da dove cominciare

Prima di procedere alla progettazione della campagna bisogna fare alcune valutazioni, La prima è il digital checkup, ovvero la propria presenza online che deve essere caratterizzata da 1) sito web responsive e aggiornato 2) social media attivi e con buona strategia editoriale 3) database del contatti mail dei singoli stakeholder,

Come si fa la campagna

Nel suo libro Valeria Vitali e Anna Maria Siccardi procedono poi spiegando i passi necessari per pianificare la campagna. Primo tra tutti: come si calcola l’obiettivo economico di raccolta? Come si definisce il budget? E poi: Quanto deve durare una campagna? In genere tra i 60 e i 180 giorni. Ma quali sono le variabili? E ancora: se e quando va definita la ricompensa? Che valore ha? Quali materiali bisogna produrre per coinvolgere i donatori? Si parte dal progetto che, oltre a essere ben strutturato e funzionale, deve anche soddisfare un bisogno, per arrivare alla capacità di aggregare e coinvolgere la propria community sviluppando una strategia di comunicazione che abbracci sia l’attività offline che online e che consenta all’organizzazione di allargare il proprio bacino di sostenitori, andando al di là della propria community e coinvolgendo il network allargato di conoscenze e amicizie legate ai suoi donatori.

Gli errori la evitare

Come già detto, il crowdfunding non è una mera colletta. Quindi un errore grave è trascurare la community e iniziare la campagna senza avere un adeguato presidio sul web. Inoltre è sbagliato interrompere la comunicazione una volta che è stato raggiunto l’obiettivo di raccolta. “Va curata con attenzione la rendicontazione del progetto in tutti i suoi aspetti, raccontando nel dettaglio come sono stati spesi i fondi e cosa si è realizzato, inoltre prendersi cura della relazione col donatore è una base fondamentale per instaurare un rapporto di fiducia, che può essere la base anche di una successiva campagna®

La via del personal fundraising

Nell’ambito del donation crowdfunding una campagna può essere rafforzata attraverso il personal fundraising. Si tratta di una raccolta fondi condotta direttamente dai singoli, Ma chi è il personal fundraiser? È il sostenitore di un’organizzazione non profit che decide di non limitarsi a donare, ma di fare un passo in più attivandosi in prima persona nella raccolta fondi, donando e invitando la propria cerchia sociale a fare lo stesso; in altre parole è chi ci mette la faccia e non ha remore a esporsi in prima persona per promuovere o sostenere un progetto, anzi lo fa con slancio e passione. Il suo grande valore e quello di far conoscere alla propria roto la buona causa che ha deciso di sostenere e di invitarla a donare. “Per le aziende la maratona, o l’evento sportivo in genere, è un modo per rafforzare la corporate social responsibility e accrescere gli aspetti di team building – aggiunge Vitali – mentre per le organizzazioni non profit e l’occasione per ravvivare la relazione con il donatore”. In genere, le aziende comprano la pettorina per i dipendenti e partecipano con una donazione mentre il collaboratore si fa testimonial della causa nella sua rete sociale. In occasione invece di ricorrenze come festeggiamenti aziendali (anniversari o eventi clou) o emergenze (terremoti e altre calamità) le imprese attivano sempre più formule di crowdfunding. Spesso il personal fundraising aziendale è abbinato a un evento sportivo. Per esempio il Charty Program della Milano Marathon. È un progetto di solidarietà creato che permette a tutti i runner di correre per un organizzazione nonprofit e di aiutarla a raccogliere donazioni. Maratoneti e staffettisti hanno l’opportunità di sostenere una delle onp aderenti al Charity Program, aggiungendo cosi al piacere della corsa anche quello di fare del bene. Complessivamente dalla sua nascita nel 2010, il programma ha raccolto oltre tre milioni di euro e ha visto la partecipazione di quasi 350 organizzazioni non profit.

MODELLI

Reward based

(raccolta fondi che, in cambio di donazioni in denaro, prevede una ricompensa, come il prodotto per il quale si sta effettuando il finanziamento, o un riconoscimento, come il ringraziamento pubblico sul sito della nuova impresa);

Donation Based

(modello utilizzato soprattutto dalle organizzazioni no profit per finanziare iniziative senza scopo di lucro);

Lending based

(microprestiti a persone o imprese);

Equity based

(modello regolamentato dalla Consob: in cambio del finanziamento versato è prevista la partecipazione del finanziatore al capitale sociale dell’impresa, diventandone così socio a tutti gli effetti);

Ibride

(basate su più modalità di finanziamento)